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Monte Nerone - La Balza Forata
Data: 14/05/2017- Categoria: Escursionismo, Escursionismo
Organizzatori RAGNI MARCELLO
GIACCHE' GIORGIO
LOVATO LANFRANCO
Descrizione:

L'ESCURSIONE parte con il sentiero n. 1 dalla elegante chiesa di Santa Maria in Val d’Abisso a Piobbico (m 379) e risale la valle omonima, dove si incontrano i possenti ruderi del “molinaccio”, mentre in alto a destra in cima a una collina, si stagliano i “muracci” di Mondelacasa. A quota 700 m circa si attraversa il fosso, proprio nel punto in cui la valle cambia nome e diventa “Infernaccio” (appellativo certamente dovuto all’asprezza e alla verticalità delle pareti calcaree che la sovrastano) e dove si notano i resti di un’antica cava di travertino. Siamo alla destra del fosso ed il cammino si fa ora più impegnativo e l’orizzonte dominato da immani bancate di Calcare Massiccio del Mesozoico. Dopo aver riattraversato il fosso presso la captazione dell’acqua di Santa Maria ed aver costeggiato e risalito il bordo di uno scosceso ghiaione, appare la Balza Forata (m 943), sperone di roccia calcarea che si protende in avanti dalle vertiginose pareti della valle dell'Infernaccio. Il suo nome è dovuto ad una ampia frattura, chiamata Foro della Madonna, in principio di origine carsica e poi lavorata dall'erosione del vento e del ghiaccio. Una finestra naturale dalla quale si può godere sui due lati di altrettanti straordinari panorami: la selvaggia e impenetrabile forra dell'Infernaccio e la piana alluvionale sottostante che alla confluenza dei fiumi Biscubio e Candigliano accoglie da oltre 1000 anni il centro abitato di Piobbico. Ripreso il sentiero alla sinistra del fosso, si risale in capo alla Valle dell’Infernaccio al Rifugio Corsini (m 1290) sbucando sul “Prato del Conte”.

Qui  inizia il sentiero di discesa n. 2, che prima per il Prato del Conte, poi per la Costa Spugna ed infine per la collina dei Muracci (m 707), scende tra vasti ed ariosi panorami il versante settentrionale del Nerone. I Muracci sono ciò che resta di Mondelacasa, la più antica residenza dei Brancaleone, signori di Piobbico. Da qui è sorprendente la vista sulla valle e sul nuovo castello, o palazzo comitale di Piobbico. Imboccato ora il sentiero n. 3 e con un breve fuori pista, si torna al punto di partenza. 

Lunghezza Percorso: 13,5 km Dislivello: 970 m Durata stimata: 6 ore + le soste
Difficoltà: E (+) : il sentiero in salita presenta lunghe parti ripide e sconnesse. Vi è anche un tratto che presenta una discreta esposizione. La discesa è senza particolari difficoltà tecniche, se non la ripidità di alcuni tratti.
Modalità  e mezzi: Mezzi propri - Indicazioni stradali: Perugia - Collestrada - E45 per Cesena - uscita Città di Castello - Apecchio - Piobbico - Santa Maria in Val d'Abisso (km 100)
Appuntamento

Ore 7,30 da Borgonovo (parcheggio lato sud) oppure alle ore 7,45 da Collestrada (bar).

Iscrizione/Prenotazione:

Solo ed esclusivamente on line utilizzando il tasto Iscriviti, entro le ore 18 di sabato 13.

Escursione riservata ai soli soci CAI in regola con tesseramento 2017

Approfondimenti:

Se c’è un monte nei nostri Appennini che con i suoi misteri da sempre incute un sottile timore misto a curiosità, questo è il Monte Nerone. Nelle Historie dei Galli Senoni il Cimarelli scrive che esso ebbe il nome dall’imperatore Domizio Nerone “che ivi per suo diporto, in alcuni tempi habitava”. Ma sembra che in antico fosse chiamato anche Monte Tremendo per una sorta di magico spavento ispirato non solo dagli orridi, dalle aspre voragini e dalle profonde grotte, ma anche da una sua possente e misteriosa voce interna, uno strano rombo sordo e breve, che gli abitanti del luogo (ma anche di Cagli, di Acqualagna, di Apecchio, di Pietralunga) hanno ascoltato per generazioni, chiamandolo in dialetto bunìt (tuono). Ora non si ode più, ora che tante strade, anche assurde, hanno dissacrato il monte e che l’inquinamento acustico ha invaso ogni suo versante in ogni ora del giorno e della notte, quella voce si può mimetizzare ovunque e non è più riconoscibile. Ma resta il mistero di un vasto mondo sotterraneo ancora da esplorare (gli speleologi ne sono convinti), il mistero di una natura complessa e tormentata, che alterna fitti boschi o vasti prati a improvvisi baratri dalle aspre e bianche pareti di calcare massiccio, una natura diversa da ogni altro monte e che probabilmente gli ha propiziato il nome.

Allegati: MonteNerone.gpx
Contatta gli organizzatori:

Giorgio Giacchè 339 409 2266

Marcello Ragni 335 679 4803

Lanfranco Lovato 349 668 3574