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Campigna ed il crinale delle foreste casentinesi: Monti Falco e Falterona | |||||
Data: 30/10/2016 | Categoria: Escursionismo, Escursionismo | ||||
Organizzatori | GIACCHE' GIORGIO | ||||
FRANCO FABRIZIO | |||||
CALISTRI FRANCO | |||||
TIERI RINALDO | |||||
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Descrizione: L'itinerario si sviluppa per intero all'interno del Parco Nazionale delle foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, istituito nel 1993 e situato nell'Appennino tosco romagnolo, tra le province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. L'escursione, ad anello, inizia e finisce a Campigna (1.070 metri slm), piccola frazione del comune di Santa Sofia (all'anagrafe risultano 11 residenti), interamente immersa nella foresta secolare del Casentino, appartenuta fino all'unità d'Italia all'Opera del duomo di Firenze. Nel secolo XVI il granduca di toscana vi fece erigere una casa di sorveglianza, poi utilizzata dai Lorena come residenza di caccia, attualmente trasformata in hotel ristorante (Hotel Granduca). Dal parcheggio antistante il Ristorante lo Scoiattolo si imbocca l'asfaltata che sale verso la provinciale che porta al Passo della Calla. Poco prima di giungere sulla provinciale si imbocca sulla sinistra un bel sentiero nel bosco (segnavia 247, Passo della Calla), con tratti di regolare e ben mantenuto selciato, e dopo circa 3/4 d'ora di camino (+300 metri, 2,3 km) si raggiunge il Passo della Calla (1.295 metri), al confine tra Toscana ed Emila Romagna. Al Passo, attraversata la strada, si prende a destra nei pressi del Rifugio la Calla, il Sentiero 00 (sentiero Italia) che, sempre nel bosco, porta in poco meno di 40 minuti al Rifugio la Burraia (1.460) e, poco più sotto, si vede il Rifugio Città di Forlì. Siamo su di un tratto di crinale con prime splendide viste sulla piana romagnola (da San Marino a cesena, Forlì e Rimini) da un lato e l'Aretino dall'altro lato. Si prosegue seguendo il sentiero 00 (tralasciando il 253 che scende sulla dx riportandoci a Campigna) e dopo 1 ora e 200 metri di salita si raggiunge il Monte Falco (1.657 metri). Nei pressi della cima un belvedere permette una spettacolare vista dal lago di Barberino alle propaggini del Monte Titano e sullo sfondo il Mare Adriatico. La cima di Monte Falco permette di godere di ampi, straordinari panorami ma è anche un’area sommitale di eccezionale valore botanico perchè le rocce del versante nord sono rifugio di specie floristiche relitte di epoche climatiche più fredde, come la Viola di Eugenia, l’Anemone a fiori di narciso e cinque specie di Sassifraghe che si spingono fino ai bordi delle praterie di vetta. Dal Monte Falco con un breve A/R, circa 1 ora, si raggiunge la cima del Falterona (1.654 metri), seguendo il crinale che fa da spartiaccque tra il Casentino e la Valle del Mugello. Ritornati al Monte Falco si riprende il Sentiero 00 in direzione di Piancancelli (20 minuti). Al parcheggio di Piancancelli si abbandona il sentiero 00 e si imbocca la strada asfaltata che gira a destra. Poco dopo la si lascia per un sentiero (pista di fondo in inverno) che costeggia la strada. Dopo 1/2 ora cammino si raggiunge l'ampio parcheggio in località Fangacci. Si abbandona la strada asfaltata e si imbocca il S.251 che si percorre per circa 1 km per immettersi sul 253 (che prosegue tenendosi in quota a sinistra) e dopo 2 km si arriva sulla provinciale che sale al Passo della Calla a Campigna. In questo ultimo tratto, dal bivio con il 253 il bosco è percorso da numerosi sentieri denominati "Sentiero naturalistico" che a quote diverse scendo comunque tutti a Campigna. Infine, una curiosità, attraversando i boschi del Casentino in questa stagione non sarà infrequente udire degli strani ruggiti, si tratta dei bramiti dei cervi in amore. L’autunno è infatti la stagione dell’amore per il re del parco, che qui gode di grandi numeri (circa tremila esemplari) e così diventa facile assistere al corteggiamento dei maschi per la conquista delle femmine. Le femmine si radunano in branchi ed entrano in calore, i maschi controllano l’harem e impediscono agli altri di avvicinarsi, segnalando il dominio con potenti e profondi suoni, simili a ruggiti. |
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Modalità e mezzi: | auto proprie. Percorso Perugia E45 fino a San Piero in Bagni, uscita SP26 fino a Santa Sofia, quindi SP4R fino a Campigna km. 152 | ||||
Appuntamento | Ore 6,30 Collestrada NB. ricordare che nella notte tra sabato 29 e domenica 30 si torna all'ora solare, si dorme un'ora di più e la lancetta dell'orologio va spostata un'ora indietro |
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Iscrizione/Prenotazione: Solo on line entro le ore 18 di sabato 29 ottobre utilizzando il tasto Iscriviti Per lo spuntino a fine escursione prenotazioni entro le ore 18 di giovedì 27 telefonando a Fabrizio Franco 347 2944338 |
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Approfondimenti: Questo percorso è riportato sul n.360 di Montagne (p52/56) tra i Sentieri della Libertà, volume edito dal CAI e Corriere della Sera in occasione dei 70 anni della Liberazione. Il Passo della Calla e la Battaglia partigiana L’Alta valle del Bidente e il Passo della Calla furono interessati dai lavori di costruzione della Linea Gotica per il controllo della carrozzabile che collegava la Toscana alla Via Emilia. Prima di procedere con i lavori, i tedeschi organizzarono un vasto rastrellamento contro i nuclei della 8ª Brigata Garibaldi che qui si era insediata. L’operazione avvenne fra il 6 e il 25 aprile 1944 e il 12 aprile prese avvio la fase più massiccia del rastrellamento. Biserno fu teatro di una furiosa battaglia che vide un gruppo di garibaldini opporre una ostinata resistenza per consentire alla formazione partigiana di evitare l’accerchiamento e riparare nella Foresta di Campigna. Sgomberato il campo, i tedeschi affidarono le opere di fortificazioni all’Organizzazione Todt che impiegò migliaia di operai. Ma il presidio del passo della Calla servì a ben poco perché l’attacco alleato alla Linea Gotica si concentrò su due punti: a est, lungo la via Emilia e il litorale adriatico; al centro, in direzione di Bologna, ai Passi della Futa e del Giogo. La liberazione di Rimini, avvenuta il 21 settembre 1944, costrinse a un mutamento nella strategia tedesca che abbandonò la difesa della fascia alta dell’Appennino per spostarla a quella collinare e in pianura, lungo il corso dei fiumi. |
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Allegati:
2016_10_30 Falterona e Falco da Campigna.GPX |
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